Che cosa intendiamo per … arte? … A questa domanda, di solito, si risponde con definizioni teoriche di carattere enciclopedico!
“L’arte, nel suo significato più ampio, comprende ogni attività umana – svolta singolarmente o collettivamente – che porta a forme creative di espressione estetica, poggiando su accorgimenti tecnici, abilità innate e norme comportamentali derivanti dallo studio e dall’esperienza.“
“Nella sua accezione odierna, l’arte è strettamente connessa alla capacità di trasmettere emozioni e “messaggi” soggettivi. Tuttavia non esiste un unico linguaggio artistico e neppure un unico codice inequivocabile di interpretazione.”
“Nel suo significato più sublime, l’arte è l’espressione estetica dell’interiorità umana. Rispecchia le opinioni dell’artista nell’ambito sociale, morale, culturale, etico o religioso del suo periodo storico.” …
… E ora un po’ di storia:
“Nell’antichità con arte si indicava la capacità di fare qualunque tipo di oggetto in base alla conoscenza di regole specifiche. Basti pensare alle Nove Muse che proteggevano le varie arti. Così, il legame tra le arti era sottolineato dal fatto che le Muse, figlie di Zeus e Mnemosine, erano sorelle. Esiodo ne fissò il numero e i nomi nella “Teogonia“, ma fu in età ellenistica e soprattutto in epoca romana che si stabilirono le specifiche sfere di competenza. “Clio“ divenne così l’ispiratrice della poesia epica e poi della storia, Urania della poesia didascalica e dell’astronomia, “Melpomene“ della tragedia, “Talia” della commedia, “Tersicore” della poesia corale e della danza, “Erato” della poesia amorosa, della geometria e della mimica, “Calliope” della poesia elegiaca, “Euterpe” della lirica monodica e dell’auletica, “Polimnia” della danza e del canto sacro.
Dunque, in origine le Muse erano essenzialmente le ispiratrici di varie forme di poesia, con l’aggiunta di campi sviluppatisi poi al di fuori dell’ambito artistico, quali l’astronomia e la storia.
Nel Medioevo il termine “arte” era invece inerente alle “corporazioni” di “arti e mestieri” o alle “discipline del Trivio” (grammatica, dialettica, retorica), che insieme a quelle del “Quadrivio” (aritmetica, musica, geometria, astronomia) costituivano la base dell’insegnamento scolastico.
- Andrea di Buonaiuto – Le arti liberali
- Stemmi delle corporazioni medievali
- Rappresentazione delle arti liberali
Sostanzialmente le arti nascono all’interno di una prospettiva unitaria, per cui la pittura e la scultura erano concepite come parti integranti dell’edificio architettonico. La poesia era accompagnata dalla musica e nel teatro ci si esprimeva in versi. Poi si assiste a una progressiva specializzazione delle discipline e, di conseguenza, degli artisti.
Nel corso del Settecento l’idea di arte si lega indissolubilmente alle riflessioni di “teoria estetica“, prendendo in prestito dal francese la denominazione di “belle arti“.
È soprattutto con il Romanticismo che si inizia a rivendicare il “valore autonomo dell’arte“ e delle singole modalità espressive. Si celebra così la musica quale manifestazione più alta perché priva di compromissioni con il sensibile esterno; nel campo della poesia si privilegia la lirica pura.
Sul finire dell’ Ottocento, fu inventata una nuova, rivoluzionaria forma artistica e di comunicazione visiva: la fotografia che condizionò, da quel momento, tutto il mondo della pittura!
- Lo studio di Felix Nadar a Parigi
- F. Nadar Il Ritratto di Sarah Bernard
La pittura, sulle soglie del Novecento, esibisce la bidimensionalità del quadro, definendosi tramite gli elementi che le sono propri (il colore e la forma), senza sentire più la necessità di imitare con la prospettiva il tutto tondo della scultura o i volumi dell’architettura.
- Matisse – La Danza
- Gauguin – Donne di Tahiti
- Munch – L’urlo
Il poeta Canuto Ricciotto, fondatore dell’estetica cinematografica, nel 1923 decretò il valore artistico del cinema e creò la lista delle Nove Arti: Architettura, Scultura, Pittura, Danza, Poesia, Musica, infine Cinema, Fumetto e Radio Televisione.
- Cinema – Fratelli Lumiére
- Fumetto – Corto Maltese
- Rai – Radio Televisione Italiana
Tuttavia oggi diventa sempre più complicato racchiudere in diverse categorie tutte le espressioni artistiche esistenti. Possiamo, comunque raggruppare le diverse espressioni in una suddivisione che prevede le Arti da performance (Teatro, Danza e Musica), quelle visive (Fotografia, Pittura, Incisione) plastiche (Architettura, Scultura, Origami) e concettuali (come ad esempio l’arte postale e di relazione).
- teatro
- danza
- musica
Alcuni suddividono, ancora, queste forme in base ai sensi dell’uomo, quindi in arti visive, foniche, audiovisive, figurali, gustative, olfattive e arti sperimentate.
Così, alla fine degli anni Cinquanta, è invece il libro di Gillo Dorfles “Il divenire delle arti“, nel tracciare l’evoluzione interna a ciascuna arte, individua un primo raggruppamento nelle cosiddette arti visuali, costituite da pittura, scultura e architettura.
Tenendo conto degli organi sensoriali principalmente coinvolti: la pittura è allora l’arte del colore. La scultura, capace di sollecitare oltre alla vista anche il tatto, nasce come raffigurazione dell’uomo e della natura e rappresenta ancora il tentativo di dar vita al “simulacro“ di un organismo tangibile e tattile. L’architettura (e il disegno industriale), invece di inserirsi nello spazio, lo comprendono delimitandolo dall’interno e dall’esterno, per cui è l’arte della misura, volta altresì a unire il bello all’utile.
Il mezzo della musica si risolve in pure immagini sonore, è il «tempo incarnato nel suono». Alla base del teatro è invece una volontà di immediatezza comunicativa con il pubblico che nessuna altra forma offre. La danza si serve del corpo umano che, tramite il movimento armonicamente regolato e il gesto, è in grado di esprimersi nella costruzione di uno schema plastico e dinamico.
Seguono, nel corso della trattazione, le arti della parola, e infine il cinema, che ha come elementi tipici l’inquadratura e il montaggio e che trova i suoi antenati nella fotografia, iniziatrice di una rivoluzione nelle arti figurative per l’introduzione di processi meccanici. Alla televisione, dove i momenti della ripresa, del montaggio e della proiezione si sovrappongono, è invece sostanzialmente negato un valore artistico.
Devo dire che, soprattutto per l’ultima considerazione espressa nel saggio di Dorfles a proposito del mezzo televisivo, mi trovo pienamente d’accordo: non è arte!